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sabato 1 ottobre 2016
HECTOR & HECTOR. "NO TERRA"
Hector&Hector nasce nella terra che fu Impero Romano d’Oriente, sotto l’influsso di Teodosio, intorno agli anni sessanta.
Incoraggiato dalla sua irrequietezza si appassiona subito alla pittura, studia da autodidatta e aiuta il padre nell’arredare casa con soluzioni già allora rivoluzionarie per la cultura bizantina. Dal 1974 al 1976 studia teatro, arte sperimentale, fotografia. Dà vita a una prima mostra sulle donne berbere, si interessa di arte circense e prende qualche lezione da acrobata. Ancora ragazzo non esita a studiare tutta l’arte della Scuola di Parigi, influenzato dalle lontane discendenze francesi da parte materna.
Trasferitosi a Bologna prende parte a corsi di scultura, ma l’anno dopo si sposta a Firenze dove trova una scena culturale molto vivace che contribuisce a modificare le passioni artistiche verso elementi meno tradizionali portandolo, ad esempio, a concentrarsi sull’arte dadaista e sul lavoro di artisti come Tristan Tzara, Hans Arp, Max Ernst.
Lavora come assistente alle realizzazione di scenografie teatrali, successivamente come attore entrando in contatto con il mondo del cinema, sua prima fonte iconografica nella carriera artistica, Nel frattempo non tralascia gli studi prima in matematica, greco e latino, poi filosofia e lettere che finiscono col traguardo della Laurea a Firenze nel 1986.
Negli anni successivi, travolto tra varie esposizioni delle sue opere, si trova a Parigi e decide di rimanere a viverci per qualche anno, entrando in contatto con i lavori dei grandi affichistes come Raymond Hains, Villeglè, Dufrenè, Arman, Mimmo Rotella, alternando viaggi tra Medio Oriente ed Europa.
Più tardi abbandona gli studi sul Dadaismo e si concentra sulla Pop Art, seguendo l’eco internazionale di Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Keith Haring, Jean Michel Basquiat, una ribellione sulle dinamiche delle società dei consumi.
Da Parigi si trasferisce in Belgio per un breve periodo dove continua a guardare oltreoceano per cogliere altri stimoli sull’evoluzione della Neopop Art.
La prima occasione per un nuovo cambiamento si presenta con la grande mostra presso il New York Palace di Budapest nel 2007. Come artista comincia a pensare ad un manifesto, ad una dichiarazione pubblica per rendere l’arte libera dall’omologazione seriale: non si dovrebbero riconoscere gli autori dalle loro immagini, bensì dalla firma. Libertà assoluta di ricerca, di nuovi linguaggi, materie prime, forme geometriche o alfanumeriche, tutte azioni non legate al gesto meccanico della pittura su tela. Su questo teorema fonda a Toulon nel 2009 con altri tre artisti il “Gruppo 50”. Nel frattempo rientra a Firenze ma poi si stabilisce a Pisa per essere più vicino al mare.
Oltre alla passione per l’arte ama navigare a vela; ecco come nasce l’esposizione fiorentina “East Indian Company”, dedicata ai grandi navigatori oceanici, presentata e curata dal Prof. Giovanni Faccenda.
Non ancora soddisfatto dalle correnti culturali attualmente esistenti propone, già dalla fine del 2009, una nuova filosofia artistica legata alla concezione di Eraclito basata sul 'tutto scorre'. La “New Word Art”, un’avanguardia totalmente libera, una filosofia del fare più legata alla visione dionisiaca che a quella di Martin Heidegger. Un caput imperare verso l’immortalità per tenere lontano l’oblio del tempo, uno spazio fisico di metamorfosi e non soltanto una nuova concezione culturale dell’arte contemporanea. Nell'ultimo ciclo si sta occupando di arte di recupero che offre quella libertà sugli spazi e i volumi di cui è alla continua ricerca, quindi scatole di cartone, cassette di legno, buste del pane, pancali di legno, eccetera, su quest'ultimi elementi di scarto industriale sta concentrando l'attenzione per sviluppare installazioni pubbliche, una forma land art con un segno distintivo e personale.
Hector&Hector, attualmente vive tra Italia, Ungheria, Francia e Inghilterra.
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