Hector&Hector

giovedì 5 marzo 2015

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AMARCORD
di
Hector&Hector
Nelle prime mostre nei circoli di Montparnasse a Parigi ingrandivo cartoline e francobolli poi
passavo pomeriggi nei cinema di periferia a raccogliere vecchie locandine dei films, mi divertivo
con corde, resine colori ad alterare forme e personaggi del cinema hollwoodiano ed europeo.
Per esempio nel manifesto di “Gone with wind” (via col vento) i capelli di Clark Gable e Vivien
Leigh vengono sostituite da giornali cinesi...a testimoniare un messaggio globale tra oriente ed
occidente e un falso mito onirico. Lo stesso accade per altre dive come Greta Garbo, Jane Russell,
Ava Gardner, Liz Taylor e l'immancabile Marilyn Monroe. Poi con gli anni, i colori superano le
stelle del grande schermo per arrivare all'astrattismo primitivo, tra il tribale e l'arte concettuale,
tema che ancora oggi come artista non ho abbandonato. Sono cambiati i supporti ma rimane
l'aspetto ludico del messaggio artistico ed autoironico che tende sempre a rendere meno drammatica
la nostra esistenza...una vera apoteosi nei confronti della vita che viene sublimata dall'arte.
Un “glamour” che rapisce quello di Hector&Hector. L'ultimo ciclo dedicato alle icone del cinema
americano è stato quello “Vogliamo vivere come star”dove volti celebri vengono circondati da
monocromie sul grigio e gialli tiepidi con frasi misteriose e drappi di stoffa, il tutto poco leggibile,
come fossero profili di altre dimensioni, di incerta vita terrena. Tuttavia numerosi simboli
rimandono a un passato opulento, a una richhezza ostentata, la fame e il successo di
un'epoca...rimane su queste facce pallide e non è sparita l'ironia e la sapienza creativa
dell'artista...ma si legge anche una certa malinconia di sottofondo nell'uso più tenue dei colori forse
il segno eloquente che il tempo passa anche per gli artisti considerati immortali.


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